
16, Ott 2022
Vale la pena chiedere alla persona con demenza di raccontare la #storia della sua #vita?
Anche se non ricorda?
Anche se pasticcia con date e avvenimenti?
Anche se crede di essere più giovane, se parla come se avesse figli piccoli, se si pensa ancora al lavoro?
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Si, vale la pena.
Non importa se quello che vi racconta non è cronologicamente corretto, non importa se non ricorda pezzi, se arranca tra i volti e i luoghi. Non conta nemmeno se non vi tornano alcune parti del racconto.
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La cosa bella dell'avere una storia da raccontare è che c'è qualcuno che la ascolta.
E in questo modo le da valore.
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Sentite che l'altro pensa che ho ancora qualcosa da dire, che la mia memoria malandata conta ancora, che a qualcuno interessa ancora sapere quello che penso e quello che sento, senza bisogno di correggermi e completare i pezzi (che è ciò che succede ad un malato sempre, tutti i giorni...)
Qualcuno che sta a sentire semplicemente quello che ricordo, come lo ricordo. E gli va bene così.
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Ha un potere straordinario tutto questo, ce l'ha in tutti noi, ma anche nelle persone con demenza.
È come dire va bene, va bene come sei.
Va bene quello che ti ricordi.
È comunque importate, è comunque di valore.
TU vai bene.
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È un'esperienza di accettazione nonostante la malattia che cura, nel senso vero della parola.
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#chiedeteloroancoradiraccontare